Passeggiate - Siena Trasgressiva

Passeggiate - Siena Trasgressiva

Passeggiate

Se c'è una cosa che odio sono le passeggiate, specialmente quelle nei boschi d'autunno, tutte quelle foglie ingiallite ormai cadute non mi affascinano per nulla, anzi, mi mettono addosso una tristezza immane; Daniele, però, quello che considero il mio migliore amico da quando eravamo bambini, ci teneva tanto a trascorrere un pomeriggio con me, la sua bimbetta speciale, come amava chiamarmi, e il mio ragazzo Stefano, cogliendo l'occasione per presentarci la sua nuova conquista, Agata, conosciuta qualche mese prima in un locale in città. Così, quando mi propose una camminata nei boschi lungo il lago Maggiore, ad ammirare il foliage e a pranzare al sacco da qualche parte lungo il percorso, pur di accontentarlo ingoiai il rospo e mi finsi entusiasta, anche se entusiasta non ero per niente...
Daniele e la sua nuova fiamma ci passarono a prendere in una fredda mattina nebbiosa, davvero troppo presto perché mi svegliassi pimpante, quindi le presentazioni tra me, Stefano e Agata non furono delle più calorose, anche se, lungo il viaggio, la ragazza si rivelò una persona simpatica e molto chiacchierona, tanto che venni travolta dal fiume di parole che durò fin quasi alla destinazione. Venne fuori che Agata era una transessuale di poco più di vent'anni, molto giovane per i quasi quaranta di Daniele che, se devo essere sincera, tutto mi sarei aspettata tranne che di vederlo insieme ad una di quelle bellissime creature che, di tanto in tanto, mi capitava di scorgere in città, rimanendo sempre affascinata, al punto che, a volte, presa dalla curiosità, mi facevo un giro su Onlytrans. Lei, minuta, formosa e spumeggiante, io alta, slanciata e taciturna, dovevamo formare una coppia bizzarra quando uscimmo dalla macchina, giunti che fummo al limitare del sentiero, con i due ragazzi che, invece, come sempre andavano d'amore e d'accordo. Ad attenderci brillava un bel sole, che fu capace di mettermi di buon umore e di farmi finalmente accettare il fatto che quel giorno sarei dovuta venire a patti con la Natura, immergendomi in essa per tutto il giorno; io e i boschi, due mondi agli antipodi, ma quel che successe dopo fu ancora più strano, facendomi decisamente rivalutare la passeggiata...

Agata camminava tanto veloce quanto parlava: tra tutti non riuscivamo quasi a starle dietro, con quelle sue gambe affusolate e toniche che trottavano a gran ritmo, tanto che mi ritrovai con il fiatone dopo nemmeno un'ora di marcia; il sentiero di districava tra castagni e querce enormi, dalle chiome di mille, diversi gialli, fino a quando non ci ritrovammo in una piccola radura in cima a un declivio, una macchia di verde in quell'oceano dorato. Lì, ai piedi di un piccolo rudere diroccato, stendemmo le coperte e ci preparammo, con mio grande sollievo, per il pranzo al sacco e un po' di meritato riposo.
Se Agata iniziava già a starmi simpatica, quando tirò fuori dallo zaino due bottiglie di Barolo superò davvero se stessa, sentivo infatti di aver bisogno di un bel bicchiere, se volevo rimanere allegra e di compagnia. Il pranzo si rivelò piacevole e gioviale, con il sole di mezzogiorno che, senza diventare troppo invadente, ci accarezzava dolcemente, aiutato dal buon vino bevuto, che ci cullava da un discorso all'altro, fino a quelli più spinti; forse inebriata dall'alcol, volli sapere i dettagli più riservati del rapporto tra Agata e Daniele, fino a quando non fu la trans a passare al contrattacco, con domande a dir poco impertinenti, che non facevano altro che scaldare la situazione. I due maschietti rimasero in disparte mentre lei faceva domande sempre più intime, eccitandosi ad ogni mia risposta, come riuscivo ad intravedere dal rigonfiamento nei suoi pantaloni. Lei vide dove il mio sguardo andò a parare e, forse per togliere ogni mio dubbio, quasi per gioco lo tirò fuori, invitandomi a toccarlo, a metà tra il serio e il faceto.

Interdetta, guardai prima Daniele, poi Stefano, e in entrambi non vidi nessuna traccia di gelosia, né di giudizio, anzi, sembravano spingermi ad andare avanti; quei loro sguardi mi fecero scattare un qualcosa che, anche ora mentre scrivo, non potrei spiegare a parole, ma che diede subito i suoi frutti: passai all'azione, sfiorando il membro di Agata con due dita e constatando che la punta era già bagnata dalla voglia. Dopo un'altra occhiata al mio ragazzo, afferrai per bene l'asta e presi a masturbare dolcemente la trans, facendoglielo venire sempre più turgido. Agata si mise in piedi, in modo che io, rimasta in ginocchio sulla coperta, potessi lavorare al meglio la sua verga, prendendola prima con entrambe le mani e poi con la bocca. Non sapevo cosa mi stesse capitando, ero completamente rapita dalla situazione, tanto più che, nella mia vita, di esperienze del genere non ne avevo mai avute, ero come ipnotizzata da quello che stavo facendo, talmente concentrata che non mi accorsi dei due ragazzi che, in piedi alle mie spalle, si avvicinarono a me, offrendomi da gustare i loro due bastoni. Confesso che in passato, con Daniele, ebbi una relazione di qualche settimana, ma non mi ricordavo affatto di quanto fosse dotato, molto di più del mio Stefano, che comunque si faceva valere, così quando mi ritrovai ai lati altre tue verghe da succhiare, non sapevo più su quale avventarmi. Mentre con la bocca ne lavoravo una, con le mani mi occupavo delle altre due, ma ero ancora con i vestiti addosso, così tutti e tre mi aiutarono a togliermi tutto, rimanendo nuda in mezzo alla Natura: che sensazione splendida...
Agata voleva però anche lei la sua parte, così si inginocchiò di fianco a me e mi aiutò con quei due begli arnesi, occupandosi del mio ragazzo e, al contempo, spingendo la mia testa tra le gambe di Daniele; ormai eravamo tutti senza vestiti, il che mi fece vedere per bene le dimensioni del cazzo di Agata, davvero impressionanti, tanto che mollai un attimo il mio amico e ripiombai ad assaggiare la trans, che nel frattempo si gustò al meglio i due ragazzi.
Se qualcuno fosse passato di lì, si sarebbe trovato davanti uno spettacolo niente male, e la cosa ci eccitava ancora di più, spingendoci a osare come mai nella vita.

Le labbra di Agata erano così piene di voluttà che volli darle un lungo bacio bagnato, cercando con avidità la sua lingua con la mia, il tutto mentre i due, come un team perfettamente sincronizzato, ci fecero mettere a novanta, l'una di fronte all'altra, per poi iniziare a scoparci: senza staccare le nostre bocche, io e la trans li lasciammo fare, con Daniele che iniziò, subito di buona lena, con me e Stefano con Agata. Vedere lo sguardo estasiato del mio ragazzo mentre si dava da fare con la nostra nuova amica, anch'essa in paradiso, e io che venivo posseduta dal mio dolce amico, mi divertiva parecchio, specie se pensavo che manco volevo venire a fare questa benedetta passeggiata...
Il bellissimo seno di Agata, che tutto sembrava tranne che non naturale, era un frutto troppo delizioso perché non lo assaggiassi, mi allungai sotto di lei e iniziai a leccare ogni suo centimetro, mentre Daniele ne approfittò per cambiare posizione, mettendomi a pancia all'aria e continuando a fottermi e baciare dolcemente la sua partner di vita. I due erano estremamente complici e sembravano essere abituati a queste situazioni, con Agata che mi teneva le caviglie mentre il ragazzo continuava senza sosta a farmi godere, in quella che era senza dubbio l'esperienza più forte che abbia mai provato.
Anche Stefano non smetteva per un attimo di penetrare la trans, trovando quel suo piccolo buco molto eccitante, e vedere la sua fidanzata alle prese con non una, ma due persone lo rendeva ancora più focoso, ma a quel punto volevo sentirmi porca come non mai, così, sentendo che i tempi erano maturi, fui io, stavolta, a comandare, ordinando ai tre di alzarsi in piedi: volevo che tutti godessero sopra di me, sporcandomi quanto più potevano, cosa che certamente non si fecero pregare di fare; che gran finale per un’esperienza tanto intensa…

Il resto della giornata lo passammo a rilassarci, su quelle stesse coperte che erano state testimoni di tutto quello che avevamo fatto, sorseggiando vino e chiacchierando amabilmente, con un mix di compiacimento e buon umore che mi tenni per giorni e giorni dopo che, quella sera, tornai a casa con Stefano, sempre con fisso nella mente quello di cui ero stata capace di fare…

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