• Pubblicata il
  • Autore: Tuareg
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La cognata tutta bagnata… - Siena Trasgressiva

Da tanto tempo volevo scoparmi mia cognata, sotto quell’aria disinvolta mi dava l’idea di essere una gran troia. Ogni volta che ci vedevamo non perdeva occasione di toccarsi le tette e di sollevarsi la maglietta fino a mostrarmi l’ombelico. L’allusione era fin troppo chiara. Lei buttava l’occhio sulla patta dei jeans e al suo sguardo mi s’ingrossava l’uccello.
Il problema era che non eravamo mai soli, mia moglie mi marcava sempre stretto, sapendo bene di che pasta ero fatto. E forse dubitando anche della sorella. Un giorno mia moglie dovette uscire per una visita medica e rimasi solo in casa con la cognata, che viveva con noi.

Mentre facevamo colazione mi portò il caffè a tavola, aveva una camicetta lasciata aperta sicuramente di proposito, che lasciava intravedere le sue belle tette, nel porgermi la tazza strusciò il suo seno nel mio braccio. La afferrai e le misi una mano in mezzo alle gambe, non aspettava altro, la troia. Aveva indossato un perizoma che a malapena ricopriva la sua peluria, infilai un dito nella figa e cominciai a farle un ditalino. Sentivo che stava già bagnando in maniera copiosa. Mi mise una mano sul cazzo, che mi era diventato duro, e me lo accarezzava, poi si mise in ginocchio e mi slacciò i jeans, tiro giù i boxer e se lo mise in bocca. Ci sapeva fare, eccome. Mi leccava partendo dalle palle e risaliva per tutta la sua lunghezza fino alla punta, poi se lo ciucciava fino all’inverosimile.
Con un pompino così c’era il rischio di sborrargli in bocca in poco tempo. Cosa che non volevo assolutamente.

Le dissi di alzarsi perché volevo sbatterglielo nella figa. La tavola era lunga, spostai la tovaglia e la sdraiai a gambe larghe, la sua figa era in bella mostra, aveva delle labbra stupende, carnose e sensuali, ed era bagnata fradicia. Le succhiai il clitoride e in breve le procurai un orgasmo violento. Contrasse le gambe sul mio viso ed io succhiai tutto il suo nettare. Aveva un buon sapore di figa, avvicinai le narici e inspirai forte.
Il suo succo scivolò verso il buchetto dietro, approfittai per infilarvi un dito e sentii che mugolava di piacere. Allora misi le sue gambe sulle mie spalle e puntai il cazzo verso il suo culo dilatato. Se ti piace così il dito con questo starai sicuramente meglio. Aveva gli occhi socchiusi e mi tirava per i capelli, assestai un colpo e la mia cappella entrò gradualmente, avevo cura di non farle male, ma stava godendo da matti, gli dissi di toccarsi il grilletto e così fece, si vedeva che era abituata a farlo, spinsi ancora più forte e il mio cazzo scomparve nel suo sedere, la pompavo sempre più forte e lei si sgrillettava con vigore, la sentii emettere un mugugno prolungato, era vicina all’orgasmo, le sue guance s’imporporarono, strinse i muscoli e finalmente le sborrai nel culo.

Quando si alzò da quella posizione mi mise la lingua in bocca e mi toccò i capezzoli, poi li baciò e con una mano soppesò le mie palle. Le aveva svuotate. Evidentemente voleva approfittare dell’assenza della sorella, perché mi prese nuovamente il cazzo in bocca e lo fece ritornare in perfetta forma. Mise un dito nella nutella che era sopra il tavolo e la spalmò sulla cappella, poi ripulì il tutto con la lingua. Ero estasiato e carico. Si girò mostrandomi il culo e mi disse – scopami alla pecorina – non me lo feci dire due volte, la afferrai per i fianchi e avvicinai il mio cazzo nella sua fessura bagnata. Quando portai la mia mano davanti per massaggiarle il clitoride sentii che si stava prendendo cura da sola del suo bottoncino.
La sentivo ansimare e godere sotto i miei colpi, la vista del suo bel culo mi eccitava e volevo tardare il più possibile.

La penetrai per una decina di minuti, era un fiume in piena, sentivo il suo liquido che mi bagnava le cosce, alternava la mano sul suo clitoride e sulle mie palle, le stringeva delicatamente e si bagnava le dita col suo umore, poi se le portava alla bocca e le succhiava. Quel gesto mi faceva letteralmente impazzire, non riuscii a trattenermi e venni nella sua figa.
Si girò e leccò tutto il mio sperma che ancora era rimasto sulla cappella.
Il resto stava colando dalla sua figa sul pavimento.
Imburrò due fette di pane e mise sopra della marmellata, poi andò in camera e si mise una felpa, fece appena tempo a tornare e a sedersi che rientrò mia moglie. La accogliemmo con un gran sorriso, chiedendole com’era andata, - bene, ma devo ritornare settimana prossima per un altro controllo -.
Stavo già pregustando la scena mentre addentavo la fetta di pane…

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